Ho cercato di semplificare perché amavo molto fare del bel movimento rispetto al disegno fine a se stesso. Per cui ho cominciato a provare un qualcosa che mi permettesse di esprimermi con velocità.

Al primo impatto, “l’Omino della Linea” può sembrare un personaggio semplice. Andando più a fondo, però, risulta presto chiaro come i suoi tratti, così minimali, racchiudano in sé lo studio e lo sviluppo di un progetto semplicemente geniale.

Apparso per la prima volta agli occhi degli spettatori nel 1969 in prima serata durante Carobsello, l’Omino della Linea è sicuramente il personaggio più conosciuto e apprezzato di Osvaldo Cavandoli. Tanto da diventarne vera e propria icona.

Il valore di questo personaggio sta proprio nella sua (apparente) semplicità. Il principio generatore è la linea: è da qui che tutto ha origine.

Il simpatico omino, infatti, percorre una linea virtualmente infinita, figurandone, al contempo, come parte integrante. Lungo il suo cammino, si imbatte in molteplici ostacoli – come animali, mostri e donne avvenenti – rivolgendosi così al Cavandoli affinché gli disegni la soluzione.

Mr. Linea è davvero buffo. Non ha un linguaggio consueto, ma si esprime con un gramelot linguistico di cui si riconoscono, ogni tanto, solo alcune parole.

Nonostante ciò, la comprensione è sempre molto immediata. Qui è la grafica a giocare un ruolo fondamentale, così strettamente legata all’universo della Gestalt. Vale a dire la capacità di deduzione dell’osservatore in base a segni e codici.

Il colore dello sfondo, ad esempio, varia a seconda delle circostanze suggerendo lo stato emotivo del personaggio. Allo stesso modo, la linea è mutevole, assumendo, di volta in volta, spessori diversi a seconda delle esigenze.

Risiede proprio qui il grande valore di Osvaldo Cavandoli. Egli ha infatti saputo creare da una “semplice linea”, un personaggio mutevole e versatile, che vive e affronta le avventure e le sfide più divertenti.

Così, sul finire degli anni ’60, la Linea appare in tv. Cogliendo di sorpresa il pubblico per la sua disarmante semplicità e, al contempo, per il suo essere così coinvolgente e di facile lettura.

Nella seconda metà degli anni ’70 Carosello finisce, ma il potenziale comunicativo della linea continua a riscuotere grande successo. Tanto da diventare la protagonista di avvincenti fumetti e di una vera e propria serie televisiva.

Così, ancora una volta, abbiamo conferma del potenziale della filosofia less is more. Per cui, in altre parole, il “di più” si ottiene mettendo a punto progetti ispirati al concetto di essenzialità.

 

Illustrazioni di Osvaldo Cavandoli.